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IT SOUNDS LIKE ANOTHER WORD

a cura di Nicola Giuliani

Biblioteca Capitolare e Palazzo Forti

dal 10 al 12 ottobre 2025

 

Il suono è uno dei codici fondamentali della comunicazione. Grazie a vibrazioni, richiami, canti o segnali ritmici, gli esseri viventi si relazionano con l’ambiente e tra loro.

Gli interventi immaginati per la ventesima edizione di ArtVerona - e che vanno sotto il nome di It sounds like another word - esplorano questa grammatica acustica naturale come metafora e come strumento - per riconsiderare le relazioni tra umano, non-umano e territorio.

Un invito a porsi in ascolto procedendo fuori dai confini individuali per sentire, captare e accogliere le meraviglie e ciò che c’è di misterioso nella natura; ad aprirsi all’incontro con l’altro, a riconsiderare i nostri modi di stare e il nostro operare e avviare una più ampia riflessione sulla necessità di riconoscere agli animali, ai vegetali e a tutto ciò che non è umano, gli stessi diritti fondamentali di cui gode l’essere umano.

 

Venerdì 10 ottobre, alle 19:00, presso la Biblioteca Capitolare, Stina Fors con A Mouthful of Tongues propone una riflessione sul linguaggio usando la voce come terreno allucinatorio da cui far emergere molteplici esseri attraverso l’utilizzo di una varietà di tecniche vocali - growling, ventriloqui, esercizi di lingua e urla da dinosauro. Il corpo diventa estraneo a se stesso, moltiplicandosi, distorcendo e contraddicendosi.

 

Stina Fors, A Mouthful of Tongues
Stina Fors, A Mouthful of Tongues

 

Nella giornata di sabato 11 ottobre, alle 20:30 (ingresso riservato, su invito), a Palazzo Forti, Neuf Voix si esibirà all’Acusmonium Odae: al contempo opera d’arte e strumento musicale (realizzato artigianalmente dall’artista), propone brani dal suo ultimo lavoro Music for Dimensions, che sfida le convenzioni dell'ascolto tradizionale esplorando l'infinito potenziale del suono attraverso l'uso digitalizzato della voce. La musica concreta è al centro della scena, con suoni elettronici nitidi trasformati in nuovi paesaggi acustici, dove il suono concreto danza con il digitale in una continua tensione tra passato e futuro, tra reale e immaginario, tra tradizione e avanguardia.

Sempre a Palazzo Forti, domenica 12 ottobre, dalle 11:00 alle 14:00 il collettivo C3, spazio di sperimentazione e laboratorio indipendente focalizzato sul recupero di competenze sonologica, di ecologia acustica, sperimentazione sonora, oltre che di interpretazione acusmatica, propone una selezione di cinque giovani artisti in dialogo tra loro. Il duo composto da Giulia Rae e Mira e il trio composto da AGUA VIVA, Martina Amaemi e Davide Salvan si esibiranno all’Acusmonium Odae con interventi a cavallo tra estetica acusmatica e performance dal vivo, e capaci di attivare anche il livello corporeo, gestuale e visivo.

Ascoltare diventa allora un gesto politico e poetico: aprirsi all’altro, riconoscere che il mondo è più vasto della nostra voce e accettare la sfida di immaginare nuovi modi di abitare insieme al non-umano.

 

 

 

Nicola Giuliani

Esperto in ideazione e direzione di eventi dal vivo nel campo delle arti performative: musica, circo, teatro e danza. Ha fondato e diretto come general manager Threes Productions, impresa culturale indipendente a Milano, attiva nel territorio della musica e dell’arte contemporanea, con cui ha prodotto il festival Terraforma, che esplora sonorità emergenti e approcci sostenibili, curando diverse iniziative in collaborazione con prestigiose istituzioni italiane. È stato fondatore e consigliere di Fondazione Tones on the Stones in Piemonte, e ha realizzato il progetto Tones Teatro Natura all’interno di una cava riconvertita a teatro. Qui si è occupato anche della direzione del progetto Nextones, festival dedicato alla sperimentazione audio visiva, e della curatela di Campo Base Festival, manifestazione focalizzata sui temi della cultura montagna, dell’ecologia, dell’outdoor. Oggi, oltre al lavoro come consulente artistico freelance, cura parallelamente Campo Base Project, di cui è fondatore.

Campo Base Project

Il progetto esplora i processi rigenerativi della natura e delle comunità attraverso pratiche artistiche e attività outdoor, con l’obiettivo di affermare una nuova ecologia delle relazioni e dell’abitare. Si fonda inoltre sui principi della collaborazione e della progettazione condivisa, strumenti fondamentali per attivare spazi di intervento, favorire l’incontro tra le persone e promuovere comunità più consapevoli e partecipi.

Nato come festival nel 2021, Campo Base si è trasformato in un ecosistema di formati e pratiche che attraversano temi come l’ecologia del suono, l’arte partecipativa, il fare comunità, le pratiche sportive non competitive e la relazione profonda con l’ambiente naturale.