THE THEN ABOUT AS UNTIL
un progetto di Video Sound Art, a cura di Laura Lamonea
Palazzo Forti
dal 9 al 26 ottobre
ingresso libero
The Then About As Until è un progetto artistico ospitato a Palazzo Forti, storica sede della Galleria d’Arte Moderna di Verona che torna accessibile al pubblico dopo la chiusura del 2015. Esso si avvale della collaborazione del festival e centro di produzione Video Sound Art per la sua esperienza nella riattivazione di spazi abitati – scuole, teatri, sotterranei, piscine – attraverso percorsi espositivi incentrati sul linguaggio video.
La mostra indaga il rapporto tra espressione verbale e immagine partendo dalle ricerche verbovisuali degli anni ‘60 che hanno portato artisti di tutto il mondo a sperimentare nuove forme visive di produzione linguistica. Risalendo all’eredità delle composizioni di parole libere futuriste, della poesia dadaista, dei collage lettristi e surrealisti, il contesto artistico verbovisuale si è nutrito di un dialogo multilingue e multidisciplinare. Per questo progetto si fa riferimento in particolare allo scambio tra artisti italiani – come Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Ketty La Rocca, Giuseppe Chiari – e belga – Alain Arias-Misson, Julien Blaine, Jean-François Bory, Paul De Vree. The Then About As Until utilizza la riscrittura e la sperimentazione linguistica — nella sua decostruzione, dislocazione e spazializzazione — per interrogare e mettere in discussione i paradigmi esistenziali e sociali contemporanei.
Il testo può farsi architettura e strumento di costruzione di spazio e di tempo, come per Peter Downsbrough, che nei suoi lavori video si serve di un vocabolario plastico, con un uso essenziale e rigoroso di parole e linee. Nelle sue opere il posizionamento delle parole in dialogo con architetture e spazi urbani genera letture multiple, spesso cariche di implicazioni politiche.
In altri casi è nell’assenza della parola che il linguaggio trova nuove forme. In The Pure Necessity, David Claerbout si riappropria dei personaggi e delle ambientazioni del film della Walt Disney Il libro della giungla, liberandoli da ogni forma di linguaggio e riferimento antropomorfo, in un’operazione di sottrazione delle facoltà̀ umane. Gli animali, anziché́ parlare, cantare e ballare, tornano ad essere orsi, pantere e pitoni, mostrandoci una diversa metodologia di ascolto, di dialogo e rappresentazione del vivente.
Allo stesso modo, nella trilogia di Manon de Boer, l’immobilità e l’inazione degli adolescenti attivano una sospensione narrativa che si sottrae all’imperativo della parola, restituendo al silenzio e al suono una densità semantica pari a quella del linguaggio articolato.
In Watching Words Becoming a Film di Herman Asselberghs, le parole, ripetute sullo schermo come un mantra visivo, spingono a colmare il vuoto sonoro con la propria immaginazione, come se un’eco invisibile desse loro voce.
La parola come spazio meditativo emerge anche nel lavoro di Anouk De Clercq, in mostra con Birdsong, una riflessione poetica su un mondo privo della nostra presenza.
Nel lavoro di Nicoletta Grillo, il linguaggio si manifesta come pratica di risonanza: conversazioni intime tra immagini, parole, luoghi e persone aprono riflessioni sull’intersezione tra la sua storia personale, le migrazioni umane e i movimenti dell’acqua che hanno modellato la terra e i suoi abitanti.
Le opere in mostra – installazioni, video, performance – mettono in discussione le griglie linguistiche che regolano la nostra percezione della realtà. In questa espansione, il linguaggio si trasforma in possibilità di invenzione collettiva, ridefinendo le condizioni stesse di ciò che possiamo pensare e condividere come esperienza sociale ed esistenziale.
Orari
Giovedì 9 ottobre ore 20.00-23.00
Venerdì 10 ottobre ore 11:00-21:00
Sabato 11 ottobre ore 11:00-19:00
Domenica 12 ottobre ore 11:00-19:00
A seguire fino al 26 ottobre
Venerdì, sabato e domenica ore 11.00-19.00